|
Cos'è
un Agriturismo
(Parte 2°)
Si è iniziato a parlare dell'Agriturismo, una forma di
ospitalità rurale nata soltanto una decina d'anni fa,
eppure capace di aver contribuito fortemente al recupero e allo
sviluppo di molte aree rurali italiane e toscane in particolare.
Si è detto di come decisivo sia stato l'impegno e la
perseveranza di molte persone, decise a portare avanti una scommessa
che all'inizio non garantiva granché, e che anzi incontrava
spesso la diffidenza degli amici e di alcuni pubblici amministratori.
E a questo proposito, si è registrato d'altra parte con
piacere il fatto che l'Agriturismo sia regolamentato per legge
fin dal 1985: un elemento di lungimiranza da parte dei nostri
legislatori e di garanzia per il turista.
Ora, visto che negli ultimi anni ho conosciuto molti agri-turisti,
vorrei parlarvi un po' delle impressioni che mi hanno riferito
o semplicemente trasmesso. Prima di tutto non è vero
che la vacanza nelle nostre campagne sia prerogativa dei turisti
tedeschi: probabilmente è vero che questi, così
vicini al nostro paese e così attenti, in genere, alla
cultura e al paesaggio italiani, hanno per così dire
"tracciato la strada", e ancora oggi continuano ad
apprezzare i mille volti della nostra penisola costituendo una
percentuale notevole sul totale delle presenze. D'altra parte,
guardando a caso indietro nella storia, ci si imbatte in numerose
persone vissute molto più lontano ma ugualmente affascinate
dai colori e dai sapori della nostra campagna.
Chi leggerà le mie parole da oltreoceano, forse ricorderà
quanto Edith
Wharton (New York, 1862 - Saint-Brice [Francia],
1937) famosa poetessa e scrittrice ("L'Età
dell'Innocenza"),
aveva affermato circa cent'anni fa nel suo "Italian Backgrounds":
«...Tali scenari toscani sono quasi sempre estremamente
semplici...L'importanza del dettaglio è uno tra i maggiori
incanti del paesaggio dell'Italia centrale. Non ha niente di
quella inutile abbondanza, o dei vertici stravaganti di ciò
che è chiamato "fine scenery"...". Edith
Wharton aveva ben chiaro il valore di una sosta in aree forse
meno conosciute ma ugualmente feconde di suggestioni storiche,
artistiche e culturali, e al fine di promuovere una conoscenza
più profonda - non solo vagamente sentimentale - del
retroterra italiano, invitava esplicitamente i suoi colleghi
letterati a non visitare soltanto i luoghi maggiori e più
famosi come Firenze o Roma, ma a soffermarsi specialmente su
quelle "parentesi" di viaggio ("parentheses of
travel") ignorate o trascurate dalla maggior parte degli
scrittori suoi contemporanei.
Mi piace pensare che se Edith Wharton fosse viva oggi, probabilmente
la troveremmo d'estate in un Agriturismo, seduta al fresco di
un grande gelso nel cortile, tutta presa a riordinare le pagine
di un nuovo romanzo. Per dirvi di quanto variegata possa essere
l'origine degli ospiti in un Agriturismo, negli ultimi quattro
anni ho conosciuto persone provenienti dall'Islanda alla Nuova
Zelanda, da Cuba a Israele, dalla California al Canada, e così
via, senza contare gli stessi italiani, richiamati in numero
sempre maggiore dal ventaglio di offerte e possibilità
garantite da ognuna delle nostre regioni, talvolta perfino stupiti
alla scoperta che l'Italia, come mi è stato detto, "è
uguale ma sempre diversa".
Gli agriturismo hanno solitamente un'accoglienza abbastanza
limitata nel numero di posti letto: così è quasi
scontato che il rapporto fra il gestore e gli ospiti possa svilupparsi
in un clima familiare. Rotto il ghiaccio dei primi giorni, succede
quasi sempre che, tra una visita alla città, al vicino
borgo medievale e una gita la mare, gli ospiti si trattengano
qualche ora con i proprietari aiutandoli nella raccolta delle
olive o dell'uva, nel lavoro dei campi, nella cura degli animali.
Senza impegno, senza fatica; e anche quando la lingua può
sembrare un problema insormontabile, a volte si finisce per
passare insieme il dopocena, parlando o gesticolando di fronte
a un bicchiere di vinsanto
e a un vassoio di cantuccini. Gli appartamenti o le camere per
gli ospiti sono ricavati in ambienti quasi sempre secolari,
ristrutturati con cura e ormai dotati di tutti i comfort. Sia
fuori che dentro si continua però ad avvertire il fascino
di luoghi già vissuti, l'atmosfera familiare e accogliente
di un mondo contadino in cui tutto è a misura d'uomo:
le abitazioni sono solitamente costruite alla sommità
di piccole colline, così da diminuire l'umidità
e il freddo, con la facciata solitamente rivolta a Sud, così
da permettere una lunga esposizione alla luce del sole; i muri
sono spessi, così da mantenere gli ambienti freschi in
estate e caldi in inverno. Archi o stipiti in mattoni o in pietra
garantiscono un effetto estetico di sobria eleganza.
Oltre a ciò, un fattore importante e positivo che molti
turisti mi hanno ricordato, riguarda le possibilità di
spostamento quando si è in Agriturismo: proprio perché
tutta la campagna toscana e italiana in generale è punteggiata
da una miriade di piccoli o grandi borghi, paesi e castelli,
la stessa campagna si configura come un ricamo di strade: spesso
morbidamente sinuose, panoramiche, in ogni caso permettono di
spostarsi con semplicità anche al di fuori delle grandi
vie di comunicazione, che pure ci sono e in quantità.
Dovunque ci si trovi, in Toscana e nel resto d'Italia, su qualunque
strada possiamo esser certi che fra quindici o venti minuti
al massimo si incontrerà qualcosa: quel qualcosa avrà
mura etrusche o medievali, una chiesa romanica o barocca, affreschi
o palazzi nobiliari, negozi e ristoranti con zafferano o pesce
fresco, aceto balsamico o formaggi stagionati in grotta, costumi
tradizionali, antichi mestieri e feste paesane. Oppure sarà
acqua sorgiva termale, cavalli allo stato brado, aquile reali
o foreste di faggio o di cerro, spiagge o campi ricoperti d'oro.
Dovunque saremo, o sarete, fra quindici minuti varrà
la pena di fermarsi.
Damiano Andreini
|
|
|