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La
Madonna del "Disco Volante"
Il quadro è appeso in un angolo di una piccola sala all'ultimo
piano di Palazzo Vecchio, sede di uno dei più prestigiosi
musei della Toscana e d'Italia . Si tratta di un "tondo",
le cui dimensioni (diametro circa 1 mt.) e la cui cornice di
legno, intarsiata e dorata a formare un elegante motivo di fiori
e frutta (dominante dalla metà del '400), lo ascrivono
certamente ad un ambito di committenza privato. Vi sono raffigurati:
la Madonna, Gesù e San Giovannino, inseriti in un paesaggio
campestre sullo fondo del quale si scorgono due pastori (non
uno, come si dice di solito), un cane e un piccolo gregge.
Fin qui, niente di strano: centinaia di opere come questa furono
realizzate dalle attive botteghe fiorentine del '400 per arredare
le case di facoltosi mercanti, banchieri, nobili ed ecclesiastici
della Toscana. Eppure qualcosa di strano
c'è: che cosa stanno infatti osservando il pastore in
piedi e il cane che siede vicino a lui? Lontano, nel cielo sopra
di loro, compare uno strano "oggetto volante" dal
colore plumbeo e dalla forma ovale; l'oggetto sembra in movimento
ed ha una corona di sfere in basso, mentre in alto è
caricato da alcune sporgenze puntute, simili ad antenne. Un
UFO?
All'epoca in cui il dipinto è stato realizzato non esistevano
certo macchine volanti (anche se di lì a poco Leonardo
da Vinci, 1450-1519, avrebbe cominciato a progettarne!). E'
comunque da escludere che il pittore di questo quadro (un allievo
di Filippo Lippi?) avesse un'idea di cosa fosse un Ufo; anzi,
si può essere quasi certi che a quel tempo nessuno potesse
ipotizzare l'esistenza degli extra-terrestri. D'altra parte,
però, che l'oggetto volante possa essere collegato al
soggetto generale del dipinto, mi sembra altrettanto improbabile:
cosa può legare il gruppo sacro di Maria, Gesù
e San Giovanni con lo strano evento che si consuma lontano,
alle loro spalle? La curiosità e i gesti del pastore,
il quale con una mano si copre la fronte per vederci meglio,
non sembrano consoni a un evento mistico o religioso.
Ma anche se così fosse, se cioè l'oggetto misterioso
rappresentasse una metafora a sfondo sacro, com'è possibile
che un pittore del '400 abbia scelto di coinvolgervi l'attenzione
e la curiosità di un cane? Il dipinto è stato
analizzato diverse volte, sia in Italia che negli Stati Uniti:
non ha subito ridipinture o altri interventi, insomma non sarebbe
una "bufala". Nel 1978 un architetto si accorse, per
primo, del curioso oggetto "volante" dipinto nel quadro;
da allora gli ufologi lo hanno preso a emblema dell'avvistamento
di Ufo anche in epoche passate mentre gli scettici sono rimasti
tali. I primi sostengono che il pittore abbia voluto riprodurre
sulla tavola un evento straordinario capitatogli in precedenza
o che lo stesso pittore, che qualcuno identifica in Filippo
Lippi, fosse così stravagante da inserire capricciosi
oggetti nelle sue opere.
Queste tesi a mio avviso non reggono, prima di tutto perché
in questo quadro non c'è la mano di Lippi, semmai di
un suo allievo; ma c'è un altro motivo: nel '400 tutti
i quadri erano realizzati su precisa commissione, e i committenti
erano spesso raffinati, sempre esigenti: erano loro a indicare
all'artista ciò che doveva comparire nel quadro: nessun
artista si sarebbe preso la licenza di inserire nel dipinto
un elemento tanto bizzarro quanto ingombrante come un disco
volante (o qualunque cosa sia!).
Se proprio vogliamo divertirci a fantasticare, dobbiamo semmai
interrogarci sul committente: immaginiamo che un ricco mercante
del '400 si trovi in aperta campagna insieme al proprio cane
- magari durante una battuta di caccia - e che si trovi ad assistere
al passaggio di uno scuro oggetto volante
Il bagliore
del sole è talmente forte da obbligarlo, per non esserne
abbagliato, a coprirsi la fronte con il palmo della mano. Immaginiamo
che, una volta tornato a casa con il cuore in gola, convinto
di aver assistito ad una manifestazione divina, si rechi dopo
qualche giorno da un bravo pittore e gli chieda un'opera devozionale
con Gesù, Maria e San Giovanni (che tra l'altro è
il santo protettore di Firenze
), e in cui compaia anche
l'evento "trascendente" cui ha assistito. Così
da non dimenticarlo: come una foto, ma in differita.
Potrebbe essere andata così o in mille modi diversi;
tuttavia, secondo me, la chiave dell'enigma è nel committente,
dal quale però ci separa un silenzio di cinque secoli.
In fondo è meglio così: che si tratti di un Ufo
o di una meteora, che gli Extra-terrestri siano arrivati o meno
nella Toscana del '400, una cosa è certa: senza quel
suo strano oggetto volante, il quadro non avrebbe avuto l'ottimo
restauro che invece gli è stato dedicato e probabilmente
ora non sarebbe esposto in una sala del prestigioso museo di
Palazzo Vecchio. Io, poi, non avrei potuto parlarvene.
Damiano Andreini
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