Il Monte Amiata si trova a Sud di Siena, ed è interamente
attraversato dalla Via Cassia, che nell'antichità era
una tra le maggiori arterie dello stupendo sistema viario
realizzato dall'Impero Romano, da e verso Roma. L'Amiata è
un monte ricchissimo di corsi d'acqua, animali selvatici e
scure foreste di faggio e di castagno, terra di contadini
e minatori dal volto schietto e franco, latori di storie e
leggende sconosciute o precluse agli uomini di pianura.
Soprattutto il Monte Amiata è - anzi era, migliaia
di anni fa- un grosso vulcano le cui eruzioni hanno per secoli
inondato le basse colline circostanti di cenere, lapilli e
lava che, una volta condensati e stratificati al suolo, sono
diventati tufo, contrassegno ed emblema di un'intera civiltà,
quella etrusca.
Oggi che il timore di un'eruzione è scomparso, l'Amiata
(1750mt. s.l.m.) è anche una delle più famose
stazioni sciistiche della Toscana. Proprio in questi giorni,
attendendo le prime nevicate, si stanno approntando le ultime
verifiche alle numerose piste che ne ricamano la vetta.
Un altro aspetto, forse anche più suggestivo, riguarda
questa montagna: una volta scioltasi, in primavera, la neve
viene lentamente assorbita dalle falde acquifere e restituita
calda, caldissima (dai 37 ai 45°C), alle numerose sorgenti
che sgorgano tutt'intorno al Monte, segno che al suo interno
una qualche attività vulcanica, sia pure residuale,
continua a sopravvivere. Queste acque termali, ricche di zolfo
e di altri elementi curativi, erano frequentate dall'aristocrazia
dell'impero Romano; le troviamo citate anche nei taccuini
di viaggio dei mercanti e dei pellegrini che nel medioevo
attraversavano la Via Cassia e che in queste sorgenti s'immergevano
per dare sollievo alle gambe e ai piedi martoriati da interi
giorni, a volte mesi, di marcia serrata.
Le sorgenti sgorgano ancora oggi in prossimità di quasi
ogni borgo, da Bagni di San
Filippo, a Bagno
Vignoni, da Santa Fiora a Saturnia.
Ognuno di questi paesi ha sviluppato un sistema di raccolta
delle acque termali che ha permesso la nascita moderni centri
della salute, con piscine, saune, sale-massaggio e così
via; eppure, per i più avventurosi, esistono ancora
molte sorgenti, tra i boschi o in aperta campagna, dove tutto
è rimasto immutato da migliaia di anni. Se progettate
un viaggio in Toscana, specialmente durante i freddi mesi
d'inverno, non perdetevi la suggestione di questi luoghi:
Alle sorgenti, che sono indicate lungo le strade, arriverete
solo a piedi; a volte, come a Bagni di San Filippo, dopo aver
attraversato una lunga foresta di querce e di castagni: né
una casa, né un lampione, solo il profumo e la nebbia
rarefatta del sottobosco. A un tratto la nebbia si farà
densa e sentirete lo scroscio dell'acqua misto a un fortissimo
odore di zolfo. A questo punto guanti e cappello, che pochi
minuti prima a malapena vi riparavano dal freddo, non vi serviranno
più, perché l'acqua caldissima che fuoriesce
impetuosa dalla montagna, riscalderà anche l'ambiente
circostante.
Non vi resterà che immergervi in una delle pozze naturali
in calcare bianco e liscio come una vasca da bagno (in una
parola: il famoso "Travertino di Siena".), rilassarvi
appoggiando la testa su un bordo della vasca e abbandonarvi
al benefico massaggio dell'acqua. Magari con del vino a fianco
ad aspettare, in buona compagnia, l'arrivo del nuovo giorno.
Vi sentirete rinascere.
Damiano Andreini
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