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... La Toscana raccontata (senza fretta) da Damiano Andreini
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Monte Amiata e il suo vulcano


Il Monte Amiata si trova a Sud di Siena, ed è interamente attraversato dalla Via Cassia, che nell'antichità era una tra le maggiori arterie dello stupendo sistema viario realizzato dall'Impero Romano, da e verso Roma. L'Amiata è un monte ricchissimo di corsi d'acqua, animali selvatici e scure foreste di faggio e di castagno, terra di contadini e minatori dal volto schietto e franco, latori di storie e leggende sconosciute o precluse agli uomini di pianura.

Soprattutto il Monte Amiata è - anzi era, migliaia di anni fa- un grosso vulcano le cui eruzioni hanno per secoli inondato le basse colline circostanti di cenere, lapilli e lava che, una volta condensati e stratificati al suolo, sono diventati tufo, contrassegno ed emblema di un'intera civiltà, quella etrusca. Oggi che il timore di un'eruzione è scomparso, l'Amiata (1750mt. s.l.m.) è anche una delle più famose stazioni sciistiche della Toscana. Proprio in questi giorni, attendendo le prime nevicate, si stanno approntando le ultime verifiche alle numerose piste che ne ricamano la vetta.

Un altro aspetto, forse anche più suggestivo, riguarda questa montagna: una volta scioltasi, in primavera, la neve viene lentamente assorbita dalle falde acquifere e restituita calda, caldissima (dai 37 ai 45°C), alle numerose sorgenti che sgorgano tutt'intorno al Monte, segno che al suo interno una qualche attività vulcanica, sia pure residuale, continua a sopravvivere. Queste acque termali, ricche di zolfo e di altri elementi curativi, erano frequentate dall'aristocrazia dell'impero Romano; le troviamo citate anche nei taccuini di viaggio dei mercanti e dei pellegrini che nel medioevo attraversavano la Via Cassia e che in queste sorgenti s'immergevano per dare sollievo alle gambe e ai piedi martoriati da interi giorni, a volte mesi, di marcia serrata.

Le sorgenti sgorgano ancora oggi in prossimità di quasi ogni borgo, da Bagni di San Filippo, a Bagno Vignoni, da Santa Fiora a Saturnia
. Ognuno di questi paesi ha sviluppato un sistema di raccolta delle acque termali che ha permesso la nascita moderni centri della salute, con piscine, saune, sale-massaggio e così via; eppure, per i più avventurosi, esistono ancora molte sorgenti, tra i boschi o in aperta campagna, dove tutto è rimasto immutato da migliaia di anni. Se progettate un viaggio in Toscana, specialmente durante i freddi mesi d'inverno, non perdetevi la suggestione di questi luoghi: Alle sorgenti, che sono indicate lungo le strade, arriverete solo a piedi; a volte, come a Bagni di San Filippo, dopo aver attraversato una lunga foresta di querce e di castagni: né una casa, né un lampione, solo il profumo e la nebbia rarefatta del sottobosco. A un tratto la nebbia si farà densa e sentirete lo scroscio dell'acqua misto a un fortissimo odore di zolfo. A questo punto guanti e cappello, che pochi minuti prima a malapena vi riparavano dal freddo, non vi serviranno più, perché l'acqua caldissima che fuoriesce impetuosa dalla montagna, riscalderà anche l'ambiente circostante.

Non vi resterà che immergervi in una delle pozze naturali in calcare bianco e liscio come una vasca da bagno (in una parola: il famoso "Travertino di Siena".), rilassarvi appoggiando la testa su un bordo della vasca e abbandonarvi al benefico massaggio dell'acqua. Magari con del vino a fianco ad aspettare, in buona compagnia, l'arrivo del nuovo giorno. Vi sentirete rinascere.

Damiano Andreini

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