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NOMADELFIA
Continuando il nostro viaggio attraverso la storia e i luoghi
della Toscana, questa volta non andremo troppo indietro nel
tempo: fermiamoci all'anno 1900, appena cento anni fa. La Toscana
faceva parte del Regno d'Italia, un regno unificato da poco
e in preda a forti conflitti sociali: la maggioranza della popolazione
era poverissima e legata ai modesti raccolti delle campagne,
mentre la classe politica dirigente si adoperava quasi unicamente
a vantaggio della grande industria, da pochi anni impiantata
nell' Italia del Nord, e in cui le condizioni di vita dei primi
operai erano forse anche peggiori di quelle dei contadini.
Così scioperi, manifestazioni e occupazioni delle fabbriche
erano all'ordine del giorno un po' ovunque e quasi sempre brutalmente
represse. Nella nostra regione, dalle cave di marmo
delle Alpi Apuane (quelle da cui scultori e architetti da sempre
traggono il magnifico "marmo bianco di Carrara), tra gli
operai e cavatori costretti a un lavoro massacrante e sottopagato
cominciavano a diffondersi canzoni
e motti anarchici inneggianti all'uguaglianza e alla libertà.
Zeno Saltini era in quegli anni un giovane modenese
soldato di leva in una caserma di Firenze. Ebbe uno scontro
violento, lui cattolico, con un amico anarchico alla presenza
degli altri soldati. L'anarchico sosteneva che Cristo e la Chiesa
fossero di ostacolo al progresso umano. Zeno sosteneva il contrario,
pur riconoscendo che i cristiani erano in gran parte incoerenti;
ma l'anarchico era istruito e lui no. Tra i fischi degli altri
soldati Zeno si mise da parte e decise: "Gli risponderò
con la mia vita. Cambierò civiltà cominciando
da me stesso. Per tutta la vita non voglio più essere
né servo né padrone". Decise allora di studiare
legge e teologia, compì gli studi e divenne sacerdote
nel 1931. Fino alla fine della seconda guerra mondiale si occupò
di emarginazione giovanile e poi, nel 1948, dette vita a Nomadelfia
A pochi chilometri da Grosseto, nella "calda ed etrusca"
Maremma
toscana, qualcosa come ventimila persone visitano ogni anno
la piccola comunità di Nomadelfia, fondata da Zeno Saltini
su un terreno che allora era in gran parte da bonificare e che
oggi è abitato da circa 320 persone (50 famiglie). A
Nomadelfia tutti i beni sono in comune. Non esiste proprietà
privata, non vi circola denaro. Nomadelfia è espressione
di una forma di democrazia diretta: nel corso degli anni il
suo popolo si è dotato di una Costituzione e da allora
ogni nuova legge, ogni nuova decisione deve essere confermata
con voto di unanimità. "Nomadelfi" si diventa
per libera scelta dopo un periodo di prova di 3 anni, anche
se poi ciascuno è libero di ritirarsi in qualsiasi momento.
A Nomadelfia si lavora duro: turni di cinque ore al mattino
nelle aziende, nei laboratori, nelle scuole negli uffici. Al
pomeriggio il lavoro specializzato può essere sostituito
da "lavori di massa" ai quali partecipa, a turno,
tutta la popolazione.
Nei 130 ettari di terreno da coltivare ci sono vigneti, uliveti,
orti: nessuno è pagato, non ci sono scatti di carriera;
ognuno partecipa della produzione per il proprio fabbisogno.
Le famiglie di Nomadelfi non vivono isolate una dall'altra,
ma in gruppi di quattro o cinque, dove condividono, in un unico
ambiente, sala da pranzo, cucina e laboratori. Solo le camere
da letto sono disposte intorno in casette separate. Si tratta
insomma di un popolo che assomiglia molto da vicino ad una comunità
cristiana delle origini: "La moltitudine di quelli che
avevano creduto era d'un sol cuore e di un'anima sola; non vi
era chi dicesse sua alcuna delle cose che possedeva ma tutto
era in comune tra di loro" (Atti 4:32).
Un "popolo nuovo", come ama definirsi, riconosciuto
formalmente sia dallo Stato italiano che dalla Chiesa
cattolica che più volte ne ha incoraggiato l'attività;
un popolo che vive la propria religiosità cristiana non
solo come anelito spirituale, ma anche come una via possibile
di società, economia, politica: "né servo,
né padrone", secondo le parole del suo fondatore
Zeno Saltini.
La Maremma è un' area molto vasta nel Sud della Toscana,
una fra le sue più affascinanti e suggestive, e certamente
avremo modo di tornarci nel corso delle prossime tappe del nostro
Viaggio in Toscana. Nel frattempo, segnatevi questo numero di
telefono: 0564.338.243. Per visitare Nomadelfia è sufficiente
mettersi in contatto con il suo Presidente.
Damiano Andreini
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