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Re
Artù in Toscana:
San Galgano e
la spada nella Roccia
A circa 40 Km da Siena, in direzione sudest (Grosseto), in una
valle isolata tra le colline, si trovano un'antica e grandiosa
Abbazia cistercense, ormai sconsacrata e in parte diroccata,
e 50 metri più in alto, sulla collina di Montesiepi,
una piccola cappella di forma circolare al cui interno si custodisce
una delle "reliquie" più affascinanti e misteriose
dell'intera regione: la spada nella roccia di San Galgano.
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Proprio al centro della cappella circolare, dal pavimento in
cotto sporge uno sperone di roccia, al cui interno è
incastonata una spada cruciforme, che dalle analisi risulta
forgiata all'incirca nel 1170. Sempre nella cappella ci sono
alcuni affreschi del '300 che la ritraggono con esattezza di
particolari. Lo spettacolo è a dir poco suggestivo, e
il richiamo immediato al ciclo bretone di Re Artù e alla
"spada nella roccia" fa pensare ad una somiglianza
non casuale. Ma andiamo per ordine.
Galgano era un giovane cavaliere, nato nel 1147 a pochi chilometri
da Siena. La leggenda narra che una notte apparve a Galgano
l'Arcangelo Michele che lo guidava, attraverso uno stretto ed
impervio sentiero, fino alla collina di Montesiepi, dove fu
infine accolto dai dodici Apostoli di fronte ad un tempio di
forma rotonda. Galgano interpretò questa visione come
un segno del volere divino; qualche tempo dopo, infatti, avrebbe
fatto di quel luogo isolato la sede della sua nuova e definitiva
dimora da eremita: recatosi sulla collina di Montesiepi, abbandonò
la veste di cavaliere e infisse la sua spada in una roccia,
in modo da farne una croce. Quella spada è ancora lì,
da più di ottocento anni, come simbolo di una incorruttibile
conversione.
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Oltre allo stupore e alla suggestione che essa infonde, c'è
un altro aspetto forse ancor più attraente da cogliere
in quella straordinaria reliquia: la possibilità che
il mito della 'spada nella roccia', famoso per essere legato
alla saga bretone di Re Artù, sia nato in realtà
proprio in Toscana, da qui esportato in Francia e poi innestato
nel ciclo arturiano. Alcuni fattori rendono plausibile quest'
ipotesi: sia l'Abbazia cistercense che la Cappella dedicata
a Galgano sono coeve alla scoperta della presunta tomba di Artù
a Glastonbury, una scoperta che ebbe molta risonanza in tutta
Europa.
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A ciò colleghiamo il fatto che proprio i cistercensi
furono i propagatori più assidui della leggenda arturiana;
resta da scoprire se quei monaci abbiano 'imposto' alla Toscana
l'eco delle mitiche azioni di Artù, e se quindi il gesto
compiuto da Galgano volesse emulare quello arturiano, ripetuto
seppur all'inverso, o se, piuttosto, non abbiano essi trasferito
in Bretagna un'immagine nata sulle sponde del Tirreno, in piena
Toscana.
Il mistero per ora rimane, ed in fondo è meglio così;
ma resta il fatto che almeno in Europa, che io sappia, esiste
una sola spada nella roccia, ed è a circa quaranta chilometri
da Siena. Al Museo Nazionale di Pisa sono esposti alcuni dipinti
di ottima qualità realizzati nel '400 dal pittore senese
Taddeo di Bartolo e che rappresentano scene tratte proprio dalla
vita di San Galgano.
Damiano Andreini
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