Come sempre ci muoviamo alla scoperta della
Toscana meno frequentata dal turismo di massa, capace di emanare
sensazioni genuine, atmosfere daltri tempi, profumi
e colori tutti ancora da assaporare.
Va detto che ogni luogo, in
Toscana, conserva tutte queste caratteristiche e che, semmai,
la possibilità di gustarne appieno lintrinseca
originalità è da ricercare in una scelta mirata
del periodo in cui visitarlo sia esso un borgo o una
città, piuttosto che un museo o un parco naturale
credo di avere ciò che fa per voi, almeno per i più
intransigenti e radicali...
La Toscana tutta è famosa nel mondo per il bassorilievo
di morbide colline che ne ricamano per intero il paesaggio.
Alla sommità di quasi ognuna di esse, abbarbicati come
aquile sul nido, una miriade di borghi più o meno grandi,
castelli, monasteri, talvolta vere e proprie città (Siena,
ad esempio). Tutti ormai ben curati, elegantemente conservati,
invitanti ed accoglienti. Tutti, o meglio: quasi tutti. Uno
di questi borghi, vera e propria Cenerentola della conservazione
urbanistica moderna, non ha trattorie, non ha alberghi né
negozi, banche, uffici, lampioni, acqua potabile. Non ha neppure
abitanti. Toiano delle Brota, antichissimo castello al centro
della Valdera (lo si raggiunge da Palaia - in provincia di Pisa
- e oltre non si prosegue: la strada termina alla fine del paese)
ha ununica via, via del Castello appunto, lunga circa
50mt. e fiancheggiata ai lati da due file di case. Ha una chiesa
sconsacrata (ma dove lacustica è tuttora ottima)
e un piccolo cimitero, quello ancora curato dai parenti di coloro
che da Toiano non hanno voluto allontanarsi...
Toiano è forse lunico
borgo in Toscana a non avere niente e nessuno pronti ad accogliere
i propri visitatori. Eccetto le sue antiche mura, le sue case,
il panorama magnifico che si gode dalla terrazza esposta a
Sud, in direzione di Volterra. E questo, fosse anche soltanto
questo, merita una visita da assaporare con tutta calma. Bisogna
venirci al tramonto: la strada che porta a Toiano è
larga, per oltre 5 km, non più di tre metri, tanto
che due auto raramente possono incrociarsi; molto più
spesso, invece, una delle due deve tornare indietro fino alla
prima piazzola e lasciare il passo allaltra. A destra
e a sinistra della strada, come guglie di unantica cattedrale
gotica, si ergono speroni di tufo alti anche 40-50 metri.
Sono i famosi Calanchi: terra grigio-ocra, nuda
e secca, erosa da secoli di piogge e vento, impossibile da
coltivare e quindi lasciata lì, a modellare un paesaggio
che, specialmente in inverno, assume i contorni di una cornice
da Purgatorio dantesco.
Eppure, una volta parcheggiata
lauto, si ha la sensazione di trovarsi in un piccolo
paradiso: silenzioso, sereno, rigoglioso di vegetazione spontanea
e punteggiato da antichi alberi da frutto piantati chissà
quando e chissà da chi. Ma è soprattutto il
panorama ad incantare il visitatore: Toiano è accovacciato
su un colle alto e stretto: con uno sguardo si abbracciano
interi campi coltivati a olivo e frumento, casolari, vigneti.
Di fronte, lontano, un altro imponente sperone tufaceo fa
emergere, galleggiante fra le onde di un mare di basse colline,
le mura e le torri della mitica Volterra.
Toiano ha raggiunto il suo massimo
splendore nell800, quando oltre 500 persone vi abitavano
stabilmente. Poi un lento declino, fino al boom economico
degli anni 60, durante il quale le poche decine di famiglie
di contadini rimaste se ne sono andate a valle, in cerca di
lavoro nelle fiorenti industrie della Valdera. Fra queste
industrie cera e cè anche
la Piaggio: la Vespa, icona della Dolce Vita e prodotta ancora
oggi in milioni di esemplari, è stata costruita per
decenni anche dagli (ex-) abitanti di Toiano.
Il viaggio in Toscana di questo
mese si chiude qui. Se vi andrà di raggiungere lantico
borgo di Toiano delle Brota, sono certo che quel borgo, lontano
comè dalle maggiori vie di comunicazione, isolato
dal mondo, fatto di case in parte ancora sane e in parte semidistrutte
dal tempo e dallincuria, tappezzate alle pareti da calendari
degli anni 50 e odoranti ancora oggi di
una forte e fiera atmosfera contadina, vi resterà nel
cuore. Chissà che qualcuno, poi, non pensi di tornare
ad abitarlo.
Tutto ciò che ho scritto
è vero, a parte un punto. Un abitante a Toiano cè:
Giovanni Cerasoli, un quarantenne toscano che di professione
fa il sommozzatore lavorando nei porti di mezzo mondo. Ha
scelto di vivere qui, come un moderno Robinson Crusoe,
scommettendo sul futuro di questo piccolo gioiello di Toscana.
Chissà che qualcuno non decida di affiancarlo in questa
scommessa...
Damiano Andreini
|