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"Per
Venere e per Marte..."
In Toscana e, più in generale in Italia, ad Agosto si
va in ferie. Non proprio tutti, per la verità, ma in
effetti la maggioranza degli italiani sceglie ancora Agosto
per le proprie vacanze.
Allora le città si svuotano, molti negozi rimangono chiusi,
gli uffici pubblici procedono a singhiozzo. La consuetudine,
tipicamente nostrana, del "Tutti al mare", può
creare dunque qualche disagio, ma allo stesso tempo, credetemi,
offre anche molti vantaggi: Potrebbe anche accadervi qualcosa
di simile a ciò che è successo a me e a un mio
amico un dopocena di Agosto dello scorso anno, un'esperienza
che della Toscana - in cui siamo nati - ci ha fatto capire molte
cose: trovandoci nei pressi di Massa Marittima, una perla della
Toscana meridionale, pensammo di fermarci là per qualche
minuto, almeno il tempo di rivedere Piazza del Duomo, che -
vi assicuro - è uno spettacolo.
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Oltrepassate le mura in direzione del borgo, scorgemmo poco
più avanti un gruppetto di anziani "a veglia",
seduti in fila su un lato della piccola via che porta al Duomo.
All'improvviso uno di loro si alzò dalla sedia e quasi
gridando ci intimò di fermarci. «Che c'è?»
gli chiesi impietrito, mi rispose: «Porta male!».
Sul momento non capii, poi ricordai che un gatto nero ci aveva
appena attraversato la strada. Non ci avevamo fatto caso. Ci
avvicinammo confessandogli di non credere alle superstizioni,
«Nemmeno io..» mi disse, «..ma 'un si sa mai!».
Scambiammo ancora qualche parola e appena si accorse che non
avevamo fretta ci offrì una sedia, poi ci versò
del vino e ci chiese com'era. "Buono", gli risposi,
e ci trattenemmo lì fino a tardi.
La conversazione tornò naturalmente sulla buona e cattiva
sorte, sui presagi che le annunciano, sui riti propiziatori
- alcuni già sentiti, altri che ignoravamo del tutto
- legati ad antiche pratiche di magia bianca e nera: miti o
verità le cui origini risalgono a un passato antichissimo
e che credevamo ormai perdute o relegate a un fatto di mero
folclore.
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Ci avvertivano, con un fondo di preoccupazione reale, che non
si deve mai lasciare il cappello sul letto, né versare
per terra l'olio o peggio ancora il sale (sette anni di disgrazia!);
lasciare le posate incrociate sul tavolo causerà; una
sfortuna minore; terribile è invece udire il canto notturno
della civetta, o aver sognato l'acqua, oppure aver fatto qualcosa
di importante di martedì; o di venerdì; ("Per
Venere e per Marte non si sposa, non si parte, né si
dà principio all'arte"); al contrario, dicevano,
buona sorte è garantita dall'aver visto di sera un ragno,
dal vino versato sulla tovaglia, dagli escrementi che sono segno
di denaro.
La tensione crebbe quando qualcuno azzardò il racconto
di ben più complessi e talvolta crudeli riti propiziatori,
tra cui quello di strappare il cuore di una rondine e darlo
da mangiare a un bambino per conferirgli maggiore intelligenza,
oppure prendere ancora un cuore (ma di rospo) e infilarci alcuni
spilli: servirà a causare forti dolori alla persona odiata.
Mi fermo qui, anche se il repertorio che ne emerse fu assai
più vasto.
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Quando montammo in macchina per andarcene era ormai notte fonda:
l'atmosfera silenziosa del paese ormai vuoto, le parole di quei
vecchi, il vino che ci aveva accompagnati, tutte quelle suggestioni
ci avevano un po' confuso. A distanza di un anno devo però
aggiungere che ci avevano anche portato lontano.
Damiano Andreini |
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